Sodalizio artistico con poesia e musica
Un’emozione forte quando ero ragazzo. Appena 15 anni e già sentivo scorrere dentro me il flusso della poesia e della canzone. Una vena a sé, che come un’arteria, nel Febbraio del 1966 si ostruì.
Gli anni che seguirono furono quindi privi di linfa e mi ritrovai immerso in un mondo che non era il mio, in un contesto che non apparteneva a me.
Anni, interminabili anni di silenzio. Non un verso, neppure una canzone.
Poi mi ritrovai -correva l’anno Domini 1982- chino su sun block notes formato A5 e da quel fatidico -non meglio precisato- giorno, l’arteria si aperse (bella questa forma verbale antica vero?) e la poesia cominciò a scorrere come un fiume in piena. Poesia, non canzone; non era ancora tempo evidentemente
Era, come se forze ignote pilotassero la mia esistenza; mi costringevano -gioco forza- a vivere esperienze dure, crude, difficili; forse in quelle sono maturato, sino al punto di sviscerare fiumi di parole pregni di significato profondo.
Non a caso il titolo: Chiodi di ghiaccio, nel segno di un vissuto difficile da raccontarsi in prosa.
La poesia invece lo ha compiuto lo miracolo. Essa sola poteva compierlo. Il libro ne è testimone. Poi seguì il secondo libro titolato 1825 giorni e ancora un terzo: Geometrie poetiche. Ancora oggi la vena poetica non mi abbandona.
Vent’anni separano la poesia dalla canzone e dalla musica; un ventennio (1982-2002) che non mi ha mai concesso tregua e dunque tempo da dedicare all’altro mio amore passionale. Chi l’ha voluto? Malasorte? Sfortuna? Forza soprannaturale? Cosa avevo ancora da imparare attraverso altra esperienza esistenziale? Ancora non l’ho capito.
Giunse così il Settembre di quel fatidico 2002 (forse un periodo di tregua insperato). Decisi la cosa con un pensiero espresso forse a viva voce:
Non sia mai che muoia senza aver portato a compimento il sogno di sempre: La musica.
Sodalizio artistico con poesia e musica
Così, procurai l’attrezzatura necessaria per fare musica e incominciai a comporre. Mi ritrovai autore di testi come se l’avessi fatto da sempre. Si trattava di perfezionare o quanto meno rendere accettabile il modo musicale, l’arrangiamento, pur nella consapevolezza di non raggiungere un livello professionistico.
Del resto, musica e voce che escono da un solo strumento non mi concedevano di pretendere nulla di più.
Indubbiamente, però, l’essere poeta mi ha permesso di scrivere un centinaio di testi poi tradotti in canzoni e scopro che anche la canzone è poesia.
Oggi si elogiano molti autori attribuendo loro il privilegio d’essere poeti ed è giusto; io stesso ne conosco (di fama) alcuni, sin dagli anni ’60.
E io? Posso permettermi di considerarmi autore di poesia nel canto? Forse si, o forse no. Però, qui pubblico un video con la mia voce che canta una poesia
Questa è una delle mie prime composizioni musicali Presentata alla SIAE nel 2004. Se avete piacere di ascoltarla, più che l’arrangiamento considerate il testo e, se avete piacere, un commento lasciatelo pure qui sotto.
Sodalizio artistico con poesia e musica