TERRA: Dalle tue viscere la mia poesia

Da dove scaturisce un siffatto pensiero?

La sola considerazione del titolo, apre già la mente a una infinità di risvolti che si possono cogliere. Essi costituiscono la proprietà naturale di ogni singolo individuo abitante la terra… la Sua Terra.

Identificarsi in un’espressione gettata così, ma non a caso, è un privilegio e non per i poeti; piuttosto è l’allusione a una visione più ampia del significato, perché io stesso considero l’essere umano, frutto della Terra, cioè “poesia vivente”.

Ciò che invece voglio cogliere in questo mio scritto, è un qualcosa del tutto personale; Ha a che fare con la mia esistenza, con il mio vissuto a partire quasi… dalla mia infanzia.

TERRA: Dalle tue viscere la mia poesia

CORREVA L’ANNO 1966

Quel dannato giorno fui costretto a lasciare la mia Terra -non avevo ancora compiuto 18 anni- rapito da un destino infame, sequestrato sotto minaccia di armi d’autorità paterna, a mia insaputa. Era un Martedì funesto quel 22 Febbraio.

Questa però, è un’altra storia e la racconterò in un libro autobiografico -sempre che vi riesca- i cui tratti salienti sono già tracciati. Manca solo il coraggio di procedere nella sua stesura; Viene meno perché causa dolore.

TERRA: Dalle tue viscere la mia poesia

E’ vero, lo strappo del cordone ombelicale fu traumatico. Non avrei mai lasciato la mia Terra, almeno per imposizione non l’avrei fatto. Una sola notazione, poi lascerò spazio alla poesia. Perché tanto avvilimento? Perché un sì immenso patire? Ve lo dico così, alla buona. Non ho mai fatto più rientro nella mia Terra, se non per qualche lutto di famiglia; non tutti, solo per qualcuno, perché per altri, le sbarre d’invisibile acciaio me lo hanno sempre impedito. Non ferie, Non feste… nulla. 

La Terra in cui sto è la mia prigione. Una Terra lontana. 

Va bene, basta così… non voglio farmi del male.

TERRA

Come avrei potuto scrivere una poesia dedicata alla mia Terra? C’era un solo modo di farlo perché la sentissi a me più vicina, scriverla in dialetto. Così feci.

NNA TERRA
Terra: Dalle tue viscere la mia poesia

Poteva mai essere sufficiente una dedica sì misera? Non ero soddisfatto. Allora pensai che forse un brano musicale avrebbe colmato quel vuoto, affievolito il mio soffrire. Per comporlo mi immersi nelle viscere della mia Terra. Nell’immaginario percorsi molti dei luoghi a me cari: I paesi del mio vissuto, il mare, i boschi… Trassi così una musica, eccola: IL TITOLO E’: TERRA

Quanto amore? Quanto mi manca? Quale nostalgia? Quanti interrogativi, quanti perché … Avrei potuto continuare con il chiedermi le ragioni di una pena che non trovava mai conforto. Forse però, pensai, è meglio esplicitare la musica composta gettandoci dentro un testo. 

Come una poesia d’amore che nasce spontanea nell’atto di dichiararsi all’amata, così spuntò il poema musicale fatto di versi; e li metto qui:

Terra: Dalle tue viscere la mia poesia

IL 2005

Quello fu un altro anno difficile, duro, un anno in cui venni ancora provato, passato al crogiolo, come si passa un metallo prezioso per fonderlo. Fu comunque l’anno in cui composi la canzone dedicata alla mia Terra.

IL SALENTO

Una Terra come tutte le altre. Pregi e difetti, come tutte le altre. Una Terra però, ricca di prodotti agricoli. Una penisola nella penisola, circoscritta dal mare, immersa nel mare. Una terra che mi ha visto nascere, crescere, ma andare via. E ancora non mi vede tornare.

MI MANCHI DA 53 ANNI

Ma non importa; Io tengo duro e resisto perché ho assunto il carattere che una Poiana suggerisce: Spiritualità, coerenza, saggezza, fantasia e creatività, fermezza e coraggio, temperanza … pazienza. Verrà il giorno in cui io e te, Poiana, ci guarderemo dritti negli occhi … e sarà festa grande. Si, è una chiusa ermetica.

 

Cara terra mia, con questo mio scritto ti ho dedicato un po’ del mio tempo. Qui, però, voglio ancora tenerti viva nei miei pensieri e nei miei ricordi. Per farlo pubblico il video della canzone “TERRA”. Forse la mia voce non ti piacerà, però questa è la sonorità di cui hai voluto dotarmi, per cui, se canto male beh, non è certo colpa mia, ti pare? 

 

 

Ciao Salento, ciao Maglie, ciao Terra mia.

 

 

 

Vi lascio il video TERRA, tra musica e poesia

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Di Gianni Nachira

E' presto detto: Da lavoratore, una volta raggiunta la pensione, sono riuscito a prendere in mano il sacco dove per anni sono state rinchiuse le mie passioni in campo artistico. Non è stato facile, perché l'età e l'impossibilità di farlo a tempo debito hanno parlato chiaro: "NON PUOI". Al ché io ho risposto: "Ma davvero?" Allora mi sono cimentato a fare teatro, a fare musica. FARE, CREARE, senza mollare e nonostante le difficoltà che la vita ancora oggi mi pone ad ostacolo, proseguo imperterrito sfidando il fato che da quasi sessant'anni mi assegna una sorte avversa. In questo mio sito ho messo insieme una parte di me e continuerò a farlo perché rimanga traccia di una storia di vita forse banale, ma comune a molti.

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