ED ECCO IL MAGNIFICO LORENZO
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Lorenzo de’ Medici, (Firenze 1449 – 1492) appellativo: “il magnifico” )
Eh, altri tempi), era figlio di Piero di Cosimo. Alla morte di suo padre occorsa nel 1469 (somma dei numeri = 20 “da giocare al lotto se volete divenire magnifici) assume, giovanissimo, a 20 (si ripete il numero 20) anni il gran potere sia della città che dello Stato.
Cosa pretendere di più?
Ed ecco il magnifico Lorenzo
LORENZO IL MARPIONE
Fu grande letterato e mecenate, fu padre di Giovanni, il futuro papa Leone X. Figuratevi che gran potere ebbe ‘sto signore nella politica italiana (già prima dell’avvento dell’unità d’Italia. Ammappalo che gran precursore). Da letterato si può contraddistinguere nelle sue 3 fasi, nonostante che le sue opere siano il frutto di continue evoluzioni (o meglio rielaborazioni correttive).
Agli anni intorno al 1470 risalgono le prime Rime, nelle quali scimmiottava (pardon imitava) il Petrarca con la “Nencia da Barberino” e “l’Uccellagione di starne” e con “La caccia col falcone”, scritte in ottave; Poi, (siamo nella seconda fase) con il “Simposio” sperimentò le terzine; Scrisse pure due novelle “Giacoppo” e “Ginevra” .
Ma il NEOPLATONISMO DI MARSILIO FICINO lo conquistò a tal punto da fargli credere di essere un filosofo e sino al 1484 si dilettò a scrivere il suo dialogo filosofico “ALTERCAZIONE” ovvero il “DE SUMMO BONO” tutto in terzine.
Non parliamo poi dei primi capitoli religiosi e le “RIME”; ma qui Lorenzo si fa influenzare dagli stilnovisti. Per finire la seconda fase scrisse “IL COMENTO” ovviamente ai suoi stessi sonetti, in tutta autoreferenzialità.
Insomma, un misto di voglia d’apparire e d’essere: Grande nella politica, Grande negli affari, grande nella chiesa (che poi era la direttrice della politica e del governo). E poteva non emergere anche nella letteratura? Eh, beata potenza economica che tutto compra.
Infine, entrando nella sua terza fase riscontriamo opere diverse, tipo i poemetti, eccoli: Ambra, Corinto, Apollo e Pan, Amori di Venere e Marte, Selve d’amore in due libri; le Laudi, le Canzoni a ballo, i Canti carnascialeschi. Il tutto condito con la Rappresentazione del sacro dramma di san Giovanni e Paolo, scritto nel 1491.
Ed ecco il magnifico Lorenzo
UMMAMMAMIA COME ME L’HANNO IMBOTTITO
EH, PERO’… QUANTE QUALITA’ ECCELSE POSSEDEVA IL MAGNIFICO LORENZO. Quasi quasi ci metto su una sua poesia e non se ne parla più:
CANZONA DI BACCO
Lorenzo de’ Medici
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti;
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe e altre genti
sono allegri tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate;
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi,
oggi sìan, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il core:
non fatica, non dolore!
Ciò che ha esser, convien sia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
(Almeno una cosa l’ha detta. Di doman non c’è certezza).
Per la gente normale, però, perché i ricchi, la certezza ce l’hanno sempre avuta, eccome.
Ed ecco il magnifico Lorenzo
Thank you Leonie Seliger, I share your clarification about the confusion, but in the context of my writing I have not given importance to the images.
The stuffed Lorenzo is not il magnifico Lorenzo. It’s his grandson Lorenzo, duke of Urbino. The confusion arises because they both are Lorenzo di Piero, with the elder’s father being Piero il gottoso, and the younger’s father being Piero il sfortunato.