Se ci fosse la luce

SE CI FOSSE LA LUCE

Quando hai tempo di trovare il tempo per dedicare un po’ del tuo tempo alla cura della tua vita, ricordati di leggere questo messaggio.

C’è, dentro, il racconto di un mondo… si, il tuo mondo che è anche il mio. Sai, in questa terra non è facile venirne a capo quando devi confrontarti nella società in cui vivi. In essa ci sono uomini, si fa per dire, che d’uomo hanno solo l’apparenza, mentre la natura loro, a scrutarla bene, è stravolta. Gli occhi hanno il segno dell’odio nelle pupille; La lingua somiglia a quella delle serpi; Il cuore ha forma di vortice d’odio; Lo stomaco è pieno scaglie velenose; Il piede è una mazza pronta a colpire; Le mani hanno artigli al posto delle dita.

In questa mia canzone di uomini così ne ho individuato quattro e li ho chiamati “geni”, si, sono i geni del male. Loro, quelli che ti rovinano l’esistenza con le loro trappole diaboliche, infingarde. 

Lo sapevate? Disonestà, delinquenza farabuttismo sono insite nell’animo umano. Chi ha queste tendenze le porta con sé ovunque. e fa del male: nella famiglia, nel lavoro e perché no? Anche nella politica.

UNO STATUS CHE NON MUTA

Riconoscersi in questo status e ricredersi non è possibile. La malvagità e una droga della quale chi ce l’ha non se ne libera perché ci sguazza dentro.  Chi però può individuarla, riconoscerla, analizzarla, se non colui che l’ha subita?
Prenderne atto  non è da tutti o, perlomeno non lo è per chi ha sofferto meno, per chi di colpi ne ha preso di meno e magari meno forti.
Chi però sulla pelle sente il dolore di quelle mazzate nonostante gli anni trascorsi; chi sulla pelle porta il segno della sofferenza, costui si, costui può raccontare il vissuto di qualcosa che gli ha cambiato la vita, da come l’avrebbe voluta, da come credeva di poterla gustare, in tormento indicibile.
I quattro geni sono appunto le figure, pochi ma raccolgono in sé tutte le forme di male che si abbattono sull’umanità:
 

Già, la vita. Come può esserci vita là, dove morte e distruzione s’abbattono sugli innocenti? Allora non resta altro che fuggire, ma dove? Attraversare miglia di mare su barconi che annunciano morte? Inoltrarsi nei deserti per conoscere altre forme di morte? 

La scelta è difficile, ma le decisioni si devono prendere e infine, pensare che se nel buio pesto della vita ci fosse la luce, forse si, ci sarebbe anche la vita.

NON FINISCE QUI,

perché la canzone “se ci fosse la luce” ha una sua storia, una sua origine e ve la voglio raccontare.
Correva l’anno 2010, esattamente il mese di Gennaio. Una persona mi inviò il testo di una canzone, chiedendomi di comporre la musica. Questa persona da quello stesso momento è scomparve, svanita nel nulla e non riuscii mai più a rintracciarla. Avrei voluto chiedergli che ragione aveva di prendermi in giro; e questo solo dopo che di fatto misi su l’arrangiamento e il motivo che composi per quel suo testo.

Mi accorsi, infatti, che quel testo era già una canzone, per giunta di un grande cantautore. Si trattava appunto di Francesco De Gregori e la sua

“Quattro cani”                 

Quattro cani per strada
Il primo è un cane di guerra
E nella bocca ossi non ha, e nemmeno violenza
Vive addosso ai muri e non parla mai
Vive addosso ai muri e non parla

Il secondo è un bastardo
Che conosce la fame e la tranquillità
Ed il piede dell’uomo e la strada
Ogni volta che muore gli rinasce la coda

E il terzo è una cagna
Quasi sempre si nega
Qualche volta si dà e semina i figli nel mondo
Perché è del mondo che sono figli, i figli

Quattro cani per strada e…
La strada è già piazza e la sera è già notte
Se ci fosse la luna
Se ci fosse la luna si potrebbe cantare
Si potrebbe cantare

Il quarto ha un padrone
Non sa dove andare, comunque ci va
Va dietro ai fratelli e si fida
Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita

Quattro cani per strada e…
La strada è già piazza e la sera è già notte
Se ci fosse la luna
Se ci fosse la luna si potrebbe cantare
Si potrebbe cantare.

Confesso in tutta franchezza, che non conoscevo affatto questa sua canzone, fino a quando non feci una ricerca e fu il Web a darmi la risposta. Mi ritrovai davanti il testo che avevo musicato, allora cercai ancora ed ascoltai anche la canzone di De Gregori.

Per qualche giorno rimasi un po’ rabbuiato per via di quella che a giusta ragione ritenetti una presa in giro. Perché l’ha fatto? perché l’invito a comporre la musica? Perché non trovo più chi me l’ha proposta? Erano le domande cui non riuscivo a dare risposta.

Poi, come per magia, l’illuminazione mi colse. La mia verve di poeta si impose prepotente e di subito mi venne in mente l’idea di comporre il testo per la musica appena composta. Decisi di parafrasare il testo di De Gregori. Se notate, infatti, salvo qualche variante, il testo di “Quattro cani” si può cantare con il mio arrangiamento. 

Il tema, se ci fosse la luce, si rifà dunque ai quattro esseri citati: per De Gregori quattro cani; per me quattro geni. E nel prosieguo vi sono delle similitudini che mostrano un conflitto che sia De Gregori prima ed io dopo, abbiamo affrontato, risolvendolo.

Il testo della mia “se ci fosse la luce” immagino lo abbiate ascoltato dal video qui presente, ma lo pubblico qui, caso mai avete piacere di confrontarlo con quello di De Gregori.

Se ci fosse la luce

(Se ci fosse la luce)

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Di Gianni Nachira

E' presto detto: Da lavoratore, una volta raggiunta la pensione, sono riuscito a prendere in mano il sacco dove per anni sono state rinchiuse le mie passioni in campo artistico. Non è stato facile, perché l'età e l'impossibilità di farlo a tempo debito hanno parlato chiaro: "NON PUOI". Al ché io ho risposto: "Ma davvero?" Allora mi sono cimentato a fare teatro, a fare musica. FARE, CREARE, senza mollare e nonostante le difficoltà che la vita ancora oggi mi pone ad ostacolo, proseguo imperterrito sfidando il fato che da quasi sessant'anni mi assegna una sorte avversa. In questo mio sito ho messo insieme una parte di me e continuerò a farlo perché rimanga traccia di una storia di vita forse banale, ma comune a molti.

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