SE CI FOSSE LA LUCE
Quando hai tempo di trovare il tempo per dedicare un po’ del tuo tempo alla cura della tua vita, ricordati di leggere questo messaggio.
C’è, dentro, il racconto di un mondo… si, il tuo mondo che è anche il mio. Sai, in questa terra non è facile venirne a capo quando devi confrontarti nella società in cui vivi. In essa ci sono uomini, si fa per dire, che d’uomo hanno solo l’apparenza, mentre la natura loro, a scrutarla bene, è stravolta. Gli occhi hanno il segno dell’odio nelle pupille; La lingua somiglia a quella delle serpi; Il cuore ha forma di vortice d’odio; Lo stomaco è pieno scaglie velenose; Il piede è una mazza pronta a colpire; Le mani hanno artigli al posto delle dita.
In questa mia canzone di uomini così ne ho individuato quattro e li ho chiamati “geni”, si, sono i geni del male. Loro, quelli che ti rovinano l’esistenza con le loro trappole diaboliche, infingarde.
Lo sapevate? Disonestà, delinquenza farabuttismo sono insite nell’animo umano. Chi ha queste tendenze le porta con sé ovunque. e fa del male: nella famiglia, nel lavoro e perché no? Anche nella politica.
UNO STATUS CHE NON MUTA
Già, la vita. Come può esserci vita là, dove morte e distruzione s’abbattono sugli innocenti? Allora non resta altro che fuggire, ma dove? Attraversare miglia di mare su barconi che annunciano morte? Inoltrarsi nei deserti per conoscere altre forme di morte?
La scelta è difficile, ma le decisioni si devono prendere e infine, pensare che se nel buio pesto della vita ci fosse la luce, forse si, ci sarebbe anche la vita.
NON FINISCE QUI,
Mi accorsi, infatti, che quel testo era già una canzone, per giunta di un grande cantautore. Si trattava appunto di Francesco De Gregori e la sua
“Quattro cani”
Quattro cani per strada
Il primo è un cane di guerra
E nella bocca ossi non ha, e nemmeno violenza
Vive addosso ai muri e non parla mai
Vive addosso ai muri e non parla
Il secondo è un bastardo
Che conosce la fame e la tranquillità
Ed il piede dell’uomo e la strada
Ogni volta che muore gli rinasce la coda
E il terzo è una cagna
Quasi sempre si nega
Qualche volta si dà e semina i figli nel mondo
Perché è del mondo che sono figli, i figli
Quattro cani per strada e…
La strada è già piazza e la sera è già notte
Se ci fosse la luna
Se ci fosse la luna si potrebbe cantare
Si potrebbe cantare
Il quarto ha un padrone
Non sa dove andare, comunque ci va
Va dietro ai fratelli e si fida
Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita
Quattro cani per strada e…
La strada è già piazza e la sera è già notte
Se ci fosse la luna
Se ci fosse la luna si potrebbe cantare
Si potrebbe cantare.
Confesso in tutta franchezza, che non conoscevo affatto questa sua canzone, fino a quando non feci una ricerca e fu il Web a darmi la risposta. Mi ritrovai davanti il testo che avevo musicato, allora cercai ancora ed ascoltai anche la canzone di De Gregori.
Per qualche giorno rimasi un po’ rabbuiato per via di quella che a giusta ragione ritenetti una presa in giro. Perché l’ha fatto? perché l’invito a comporre la musica? Perché non trovo più chi me l’ha proposta? Erano le domande cui non riuscivo a dare risposta.
Poi, come per magia, l’illuminazione mi colse. La mia verve di poeta si impose prepotente e di subito mi venne in mente l’idea di comporre il testo per la musica appena composta. Decisi di parafrasare il testo di De Gregori. Se notate, infatti, salvo qualche variante, il testo di “Quattro cani” si può cantare con il mio arrangiamento.
Il tema, se ci fosse la luce, si rifà dunque ai quattro esseri citati: per De Gregori quattro cani; per me quattro geni. E nel prosieguo vi sono delle similitudini che mostrano un conflitto che sia De Gregori prima ed io dopo, abbiamo affrontato, risolvendolo.
Il testo della mia “se ci fosse la luce” immagino lo abbiate ascoltato dal video qui presente, ma lo pubblico qui, caso mai avete piacere di confrontarlo con quello di De Gregori.
(Se ci fosse la luce)