UN’IPOTETICA INTERVISTA
Qualcuno potrebbe leggere il testo di questa mia canzone e potrebbe anche essere un attento osservatore, un giornaista o magari un inviato stampa di qualche Istituto di arte e letteratura contemporanea. Cosa accadrebbe? che analisi quest’ultimo potrebbe fare? segnalerebbe questo mio scritto a qualcuno in particolare? Posso pensare a un’ipotetica intervista?
QUANTE VOLTE TU
Non esiste il cielo non esiste il mare quando nella vita tu non sai giocare a far l’amore anche quando nel dolore perdi i pezzi di una storia che non ha futuro. Un'occasione persa senza una ragione gettata ai porci e poi andartene in prigione, chiuso nel silenzio per non far sapere alla gente la tua condizione. L’hai detto al cielo anziché dirlo a un uomo pur sapendo che il tuo cielo e’ chiuso ancora e non può sentire i palpiti d’amore che ti fanno amare lei che non ti vuole.
Ma un’altra vita tu la puoi inventare colorando i tuoi sorrisi come il mare perché’ cambi il mondo e sia migliore e torni ad esser terra da baciare. Ma quante volte tu hai sempre detto a me che in fondo questa vita va vissuta anche nei fumi dell’ipocrisia. Se per la tua pura ingenuità bambina hai poi sbagliato tutto e hai fatto a pezzi le tue mille verità inciso Ostinandoti a cercare quello che non c'è perdi tempo e non ti accorgi che non e’ il momento di scherzare con il fuoco perché quando brucia uccide anche il cuore. Hai ragione pero’ quando vuoi rischiare anche se ti esponi a un prezzo da pagare per ricostruire mura fatiscenti di un amore in cui ti sei giocato il tuo futuro. Le parole molto spesso fanno male anche se dicono che e’ meglio sia normale mettere a parte certe idee per non soffrire del resto al mondo tu ci devi stare. Un occasione a cui nessuno mai può rinunciare bisogna coglierla imparando a vivere e amare per non cadere nelle trappole dell’evasione che potrebbero annientare anche la tua visione. Ma quante volte tu hai sempre detto a me che in fondo questa vita va vissuta anche nei fumi dell’ipocrisia. Se per la tua pura ingenuità bambina hai poi sbagliato tutto e hai fatto a pezzi le tue mille verità.
QUANTE VOLTE TU (IL VIDEO)
https://www.youtube.com/watch?v=-g_pExqVfhE
UN’IPOTETICA INTERVISTA
L’INTERVISTATORE (Primo approccio, convenevoli)
“Gianni, grazie per avere accettato di parlare con me. Vorrei farti qualche domanda sulle ragioni che ti hanno iundotto a comporre questo interessante testo-canzone.
Quando hai pensato di scriverla? Come definiresti questa tua opera.”
Ispirazione, dal momento che l’intero testo l’ho scritto in un batter d’occhio, cioè nel tempo reale di battitura del testo in una progressione di versi susseguitisi l’uno dietro l’altro, a senso compiuto,
“Lo hai riprerdso in seguto per apporvi delle modifiche, aggiunte od altro?”
In tutta franchezza, è raro che riprenda in mano un testo; come scrivo così rimane; tutt’al più lo rileggo giusto per correggere eventuali errori di battitura, ma tutto resta così come cuore e mente mi dettano i versi.
“Il contenuto del testo è riferito a una persona in particolare, a una persona di famiglia, a un’amica?”
Ho raccontato una storia di vita; una storia comune a molte persone, diverse per sesso e per età.
“Lo ritierni un testo universale?”
Ma no, go scritto un testo schietto e diretto nelle considerazioni e nei suggerimenti che offro in una spontaneità a mio avviso straordinaria che… solo chi è sinceramente attento ai bisogni della gente (e per puro sentimento) può dare.
“Eppure affronti diversi temi, sino ad auspicare un mondo migliore.”
Sarà perché anch’io vivo su questa terra e affronto la vita guardandola in faccia, lottando contro le avversità, opponendomi alla resa che certe situazioni potrebbero suggerirmi.
Ma non l’ho scritta per me questa canzone, lo ripeto è per la gente, per chi nelle mie parole può trovare conforto, nuova linfa, coraggio per andare avanti.
APPROFONDIMENTI
“Però parli anche dell’amore, quello degli innamorati.”
Certo, l’intero testo mette in luce quello strano sentimento chiamato amore. Tuttavia, metto in guardia chi per mille ragioni dovesse trovarsi in difficoltà sostanziali nel dover affrontare strani percorsi di vita affettiva che, come accade quasi ogni giorno, mutano in tragedia.
“Il senso di tutto questo? La morale? Riesci a descriverla?”
Scusa, mi chiedi quale sia la morale? Allora significa che il mio scritto è incomprensibile o privo di sostanza. Perché dunque questa tua intervista?
Ad ogni buon conto, ritengo di averlo enunciato un mio punto di vista significativo, ci sono parole a supporto psicologico.Ho messo davanti agli occhi di chi legge questi versi o di chi ascolta la canzone un quadro che ben definisce la morsa del dolore, ho scritto qualcosa che fa capire quale possa essere il bisogno di chi soffre. Difatti, ritengo che la cura migliore per chi si trovi in situazioni simili a quelle che dewcrivo, sia quella di prendere coscienza della sua realtà, della sua quotidianità, del suo malessere e affrontarlo consapevolmente. E chiudo la canzone proprio dando risalto a quanto afferma l’ipotetico personaggio, il quale me lo conferma.
Ed eccola la conferma, sta in questi versi:
Ma quante volte tu hai sempre detto a me
che in fondo questa vita va vissuta
anche nei fumi dell’ipocrisia.
se per la tua pura ingenuità bambina
hai poi sbagliato tutto
e hai fatto a pezzi le tue mille verità.
“Possiamo dirsi conclusa questa intervista. Ti ringrazio Gianni. Hai reso manifesto il tuo senso civico, la tua voglia
di prenderti cura di quello che qui va un po’ storto.”
Ci provo, grazie a te intervistatore ipotetico di un’ipotetica intervista,
un’ipotetica intervista