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Il manto di nuvola avvolge la musa . Evidentemente, questo tempo di primavera agli sgoccioli ispira poesia che fa parlare di sé. Non c’è elemento della natura che se la scampi: 
Dal semplice filo d‘erba ai maestosi alberi secolari; dal granello di sabbia alla granitica roccia; dalla goccia d’acqua all’oceano; dal cielo azzurro al grigio cupo di nuvole; dalla più vivida stella al pianeta più remoto… tutti oggetti poetici di colui che in versi tesse lodi o li dispregia.
Poesia, in un marasma di consonanze e dissonanze che fluttuano come parole menate dal vento e va, sicura di sé a bussare alle porte chiuse, o prepotentemente s’impone laddove la porta è dischiusa, oppure discreta sussurra parole per suggellare amore.
Ora se vuoi leggere la poesia clicca sulla foto.

Questo articolo non è propedeutica e neppure è terapeutico. E’, invece, un semplice collante tra logiche poetiche avulse, un rigeneratore di impulsi che suscita nuova ispirazione poetica, un catalizzatore capace di modificare gli “stati del dire” in una miscellanea di sogno, di fantasia e realtà, di analisi e speculazione.
Trentaquattro anni di impegno nella poesia, del resto, necessitano sicuramente di una rivisitazione, di un restyling che non deve necessariamente stravolgere l’acquisita consistenza; piuttosto, è necessario per verificare se l’apertura a nuovi stili in novità di pensiero e di dialettica poetica si è di fatto concretizzata in un’esperienza sensibile e in uno stimolo alla percezione sempre accesa e viva.
No, non mi è facile, giuro, definirmi poeta e cioè “produttore” di opere degne d’attenzione per i posteri. Mi sento, invece un piccolo scrittore di versi pur se sorretto da una forte originalità artistica, pregna di fantasia.
Ed è proprio la fantasia, la ricchezza che sostiene il poeta, quella che suggerisce ogni giorno nuovi componimenti: L’occhio che guarda, scruta ogni cosa, individua i colori; il sensibile proietta dentro sé le immagini, assorbe il profondo, elabora quelle percezioni e le traduce in versi.
Ecco, il verso… appunto, un monologare dialogante del poeta che altrimenti non direbbe quelle cose, non si rapporterebbe col mondo e sarebbero altrimenti, parole, discorsi realmente “menati al vento”. Invece il verso va, specialmente in questo nostro vivere quotidiano che fa succube l’umanità ai mille e mille disastri che la modernità produce.
Credo di poter dire che proprio in questo nostro tempo la poesia racchiuda in sé, molti più significati rispetto alle menate di un mondo bugiardo che promette tesori. Mentre, al contrario, la poesia fa proprio il bisogno di esprimere delle verità.

Il manto di nuvola avvolge la musa 

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Di Gianni Nachira

E' presto detto: Da lavoratore, una volta raggiunta la pensione, sono riuscito a prendere in mano il sacco dove per anni sono state rinchiuse le mie passioni in campo artistico. Non è stato facile, perché l'età e l'impossibilità di farlo a tempo debito hanno parlato chiaro: "NON PUOI". Al ché io ho risposto: "Ma davvero?" Allora mi sono cimentato a fare teatro, a fare musica. FARE, CREARE, senza mollare e nonostante le difficoltà che la vita ancora oggi mi pone ad ostacolo, proseguo imperterrito sfidando il fato che da quasi sessant'anni mi assegna una sorte avversa. In questo mio sito ho messo insieme una parte di me e continuerò a farlo perché rimanga traccia di una storia di vita forse banale, ma comune a molti.

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